Il nome di questo tempo liturgico indica la sua durata: quaranta giorni, che si riferiscono ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto prima di iniziare la sua missione pubblica (cfr. Mt 4,1-11).
Il numero quaranta ha un alto valore simbolico nel linguaggio biblico: al tempo di Noè, il diluvio durò quaranta giorni (cfr. Gen 7,12); sempre nella Genesi, Isacco aveva quarant’anni quando sposò Rebecca (cfr. Gen 25,20); Esaù aveva quarant’anni quando sposò Giuditta e Basemat (Gen 26,34); Mosè trascorse quaranta giorni in preghiera sul Monte Sinai prima di ricevere le Tavole. Gen 25,20); Esaù aveva quarant’anni quando sposò Giuditta e Basemat (Gen 26,34); Mosè trascorse quaranta giorni in preghiera sul Monte Sinai prima di ricevere le Tavole della Legge (Dt 9,9-11) e guidò il popolo d’Israele per quarant’anni nel deserto fino a raggiungere la Terra Promessa.
Mosè visse centoventi anni (cfr. Dt 34,7) e più tardi Stefano li divise in tre tappe (cfr. At 7,20-40): quaranta anni in Egitto, quaranta come pastore a Madian e quaranta nel deserto; le dodici spie di Israele esplorarono la terra di Canaan per quaranta giorni (cfr. Num 13,25); una punizione israelita prevedeva che il colpevole ricevesse esattamente quaranta frustate (cfr. Dt 25,3);
Golia sfidò gli israeliti per quaranta giorni (1 Sam 17,16) finché non fu sconfitto da Davide; Davide regnò per quarant’anni (cfr. 1 Re 2,11), lo stesso periodo del suo predecessore Saul (cfr. At 13,21) e di suo figlio Salomone (cfr. 1 Re 11,42); il profeta Elia trascorse quaranta giorni di digiuno nel deserto prima di incontrare Dio a Oreb (cfr. 1 Re 19,8); Giona annunciò a Ninive che avrebbe incontrato Dio. Il profeta Elia trascorse quaranta giorni di digiuno nel deserto prima di incontrare Dio all’Oreb (cfr. 1 Re 19,8); Giona annunciò a Ninive che sarebbe stata distrutta dopo quaranta giorni (cfr. Gion 3,4).
Nel Nuovo Testamento, Gesù è stato presentato nel Tempio quaranta giorni dopo la sua nascita, come la Legge comandava (cfr. Lc 2,22; vedi anche Lev 12). Inoltre, tra la Risurrezione e l’Ascensione, Gesù continuò ad apparire e a istruire gli apostoli per quaranta giorni. Per quanto riguarda la Quaresima, va detto che il significato del numero quaranta conserva la stessa intenzione che portò Gesù a ritirarsi nel deserto prima della sua missione: la preparazione.
Spiritualità 4f2n30
La spiritualità della Quaresima è segnata dall’invito al pentimento e alla conversione. È con questa intenzione che all’apertura del periodo quaresimale, durante il rito dell’imposizione delle ceneri, viene pronunciata la formula: “convertitevi e credete nel Vangelo”.
È un buon momento per fare penitenza. La penitenza è definita dal Catechismo come un radicale riorientamento di tutta la vita, un ritorno, una conversione a Dio con tutto il cuore, che comporta la rottura con il peccato, l’avversione al male, la ripugnanza per le cattive azioni commesse, e che implica, allo stesso tempo, il desiderio e il proposito di cambiare vita, con la speranza della misericordia divina e la fiducia nell’aiuto della sua grazia (cfr. CCC 1431).
Digiuno, elemosina e preghiera 5f3y1z
La penitenza interiore ha diverse espressioni, tre delle quali si distinguono in particolare:
1- Il digiuno consiste nella privazione volontaria (cfr. CCC 1438) di un certo bene piacevole con l’intenzione di mortificare la carne concupiscente e fare spazio alla vita nuova generata dalla grazia; comunemente si riferisce al cibo, tuttavia non è esclusivo di questo ambito; è possibile digiunare da altre cose, come internet, i social network, la mormorazione, tra le altre.
2- L’elemosina consiste nel rinunciare a un proprio bene lecito e donarlo gratuitamente a un altro, impoverendo noi stessi e arricchendo l’altro con la nostra condivisione. L’elemosina è guidata dalla carità, che ci porta a dare più di quanto la stretta giustizia ci obblighi a dare. Ciò significa che l’elemosina non consiste nel dare il superfluo, cioè ciò che avanza, ma ciò che è giusto che io abbia e la cui mancanza significa impoverimento. Papa sco dice: “La carità è l’impulso del cuore che ci fa uscire da noi stessi, generando il legame della condivisione e della comunione.” (Messaggio per la Quaresima 2021).
3- La preghiera è la coltivazione dell’amicizia con Dio. Durante la Quaresima, i cristiani sono invitati a entrare più profondamente in questo dialogo divino, investendo tempo e sforzi per pregare di più e meglio. Il Santo Padre ci invita a: “Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa ci viene donata la speranza come ispirazione e luce interiore, che illumina le sfide e le scelte della nostra missione; per questo è fondamentale raccogliersi per pregare (cfr. Mt 6,6) e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza.” (Messaggio per la Quaresima 2021).
Tutti i cristiani sono invitati, durante la Quaresima, a praticare queste tre eccellenti forme di penitenza. È importante che siano compiute con la rettitudine di un cuore che cerca sinceramente di convertirsi a Dio, e con discrezione, in modo che ci portino a cercare di essere visti dal “Padre che vede nel segreto” e non dagli uomini (cfr. Mt 6,1-6, 16-18).